Un giorno uggioso a metà dell’inverno, freddo, pioggia e leggera nebbia avvolgono le colline, si intravede il bastione di un Castello in lontananza. Potrebbe sembrare la scena iniziale di un film con fantasmi, in realtà è semplicemente quello che curiosamente abbiamo incontrato girovagando senza meta nei pressi di Benevento, in Campania, e precisamente nel borgo di Apice Vecchia.
Parcheggiando l’auto nei pressi dell’imponente rocca, nel viale con alti cipressi, ci accoglie teneramente un gattino nero che tramuta lo scenario “creepy” in un tutt’altra dolce esperienza. Iniziamo a percorrere stradine strette su cui si affacciano balconi di case diroccate, negozi abbandonati, ed oggetti di una vita passata. Tutto qui parla anche se silentemente.
Il vento pungente ed affilato come una lama, accarezza e lambisce ciò che rimane di questo luogo, sussurrando ad ogni angolo una storia andata via. Restano foto di vite passate tra queste vie affisse sulle pareti delle strade e l’insegna in rovina di una antica barberia a ricordarne ancora l’esistenza. Ci sentiamo in bilico tra turbamento e profondo fascino, riscoprendo i viottoli di questo paese arroccato in collina, sebbene gran parte di quello che era il centro di Apice Vecchia, ad oggi risulti inaccessibile e chiuso da cancelli, ma visitabile su richiesta.
Tutt’altro discorso vale per il Castello dell’Ettore, un maniero medievale ad oggi ancora aperto al pubblico, costruito come roccaforte difensiva e simbolo del luogo, che con il suo cortile, le scalinate e la veduta mozzafiato sulle colline Beneventane, immerge i visitatori in un’atmosfera surreale, sospesa tra passato e presente.
L’emozione e l’inquietudine percepita il questo luogo si spiega grazie alla storia di Apice, una storia antica, che molti scritti collegano al periodo preromano e romano, vista la sua vicinanza all’antica Maleventum (odierna Benevento). Il luogo ha nel suo DNA tanta sofferenza dovuta a due terremoti che hanno scosso non solo gli abitanti di questa cittadina ma l’intera area. Stiamo parlando dell’evento sismico del 1962 che causò la morte di 17 persone e l’altro avvenuto pochi anni dopo nel 1980 che investì soprattutto la zona dell’Irpinia. Molta gente fu costretta per motivi di sicurezza ad abbandonare le proprie case, fuggendo via in fretta e furia e dovendo ricominciare la propria esistenza in altri luoghi diversi da questo, cercando di ricostruire le proprie abitudini. Altri resistettero finché poterono, nonostante i vari divieti imposti dalle Autorità. Tutto ciò si è percepito percorrendo le strette stradine del borgo, scattando foto e documentandone l’immensa forza attrattiva che esso ha ancora in sé, attraversandolo abbiamo percepito tristezza e mistero, ma al contempo un’energia altrettanto forte, una dualità unica, di cui solo la vita ha il privilegio di avere.
Ecco così che questo luogo entra nelle nostre storie come Borgo Fantasma, seppur con una profonda anima ribelle, un’anima viva, che attraverso i suoi fantasmi ed i suoi racconti, nonostante le avversità della natura, nonostante tutto… riesce ancora con forza, attraverso noi, a far parlare di sé.
Vorremmo con questo storia, con questo video e con le nostre emozioni, in questo particolare periodo dell’anno, avvicinarci per quel che ci è possibile, a tutti coloro che hanno vissuto questo dramma e che ne sono usciti sani e salvi, ammirandoli per la propria resistenza e per la forza vitale che hanno dimostrato.
Dedicato a tutti gli abitanti dei luoghi colpiti da Terremoti…
Bea
A Ghost Town Story
Il nostro viaggio, raccontato in un trailer, attraverso questo luogo affascinante e misterioso…